benessere“Se alcune categorie ripartiranno effettivamente il 4 maggio, noi ci aspettiamo di poterlo fare a metà dello stesso mese”. Lo ha affermato, in una intervista all’Agenzia di stampa AGI, il presidente nazionale di CNA settore Benessere e Sanità, Antonio Stocchi, che ha spiegato: “E’ ovvio che estetisti e acconciatori non saranno tra i primi a riaprire, il nostro è un tipo di lavoro che ha un contatto molto stretto, intimo, con la clientela. Quello che però ci sconcerta, è che attualmente sentiamo prendere posizione sulle regole per la riapertura da sedicenti formatori o presunti esperti ma che non hanno la benché minima conoscenza del nostro settore”.

Come CNA ci stiamo impegnando affinché ci siano regole più omogenee possibile a livello nazionale. Non solo, che queste regole siano soprattutto applicabili. Insomma – ha proseguito – che prevalga il buon senso. Le aziende di acconciatura ed estetica, ad esempio, hanno come procedure basilari del lavoro l’igienizzazione. Quindi, in questo noi siamo già pronti. Per quanto riguarda l’utilizzo delle mascherine potremmo tranquillamente usare quelle chirurgiche, sia per gli operatori che per i clienti. Gli assembramenti, poi, sono facilmente evitabili, basta ricevere i clienti solo su appuntamento. E così possiamo mantenere  le distanze di sicurezza. In più, andiamo verso la stagione calda, per areare maggiormente i locali possiamo tenere le porte dei negozi aperte. Lo ribadisco, si diano soluzioni pratiche e attuabili ai nostri imprenditori”.

E sulla data della riapertura ha insistito: “Non lo chiediamo, semplicemente ci aspettiamo di riavviare le attività intorno alla metà del prossimo mese. C’è una sostenibilità economica che sta rasentando un punto di non ritorno. Il decreto liquidità, invece che esentarci da alcuni pagamenti, ci porta sostanzialmente ad indebitarci sempre più e ci permette di riuscire a pagare solo le bollette e le tasse quando sarà il momento di riaprire. Il pagamento, infatti, è semplicemente posticipato a fine maggio”.

Sul futuro “quella che sarà la nuova Italia è un punto interrogativo – ha concluso Stocchi – su quanto perderemo in termini occupazionali e in termini di competitività. Appartengo a tutta quella filiera che fa capo alla bellezza e che nel 2019, a livello nazionale, ha portato a 12 miliardi di fatturato, di cui oltre il 40% era export. Le istituzioni, quindi, ripensino ad un sistema che ha dimostrato di non funzionare. Facciamo che questo sia un punto zero da cui cominciare a far ripartire un Paese che, comunque, ha le possibilità di tornare ad essere protagonista. Ci saranno anche tante aziende che non riapriranno, soprattutto tra chi è vicino alla pensione. Siamo artigiani, abituati a metterci sempre in gioco. Ma questa è una situazione che sarà influenzata molto dall’aspetto emotivo e irrazionale. Sta cambiando il modo di vivere. La ripresa dipenderà anche da come ricostruiremo l’approccio con i clienti. Siamo un bene voluttuario, ma abbiamo un ruolo importante: rappresentiamo per i clienti i momenti di relax. Di certo si instaureranno relazioni più concrete”.