Il bilancio della nati-mortalità delle imprese nel primo trimestre è solitamente negativo, perché si includono nel conteggio le cancellazioni comunicate alle Camere di Commercio alla fine dell’anno precedente. Ma stavolta le ombre sono ben più fitte. I dati diffusi da Unioncamere indicano un sensibile calo soprattutto nelle iscrizioni, che determina un saldo negativo di mila unità a livello nazionale (-mila un anno fa, nello stesso periodo), con un tasso di crescita pari a -0,50 per cento.
In questo scenario, a preoccupare, e non poco, la CNA, sono i numeri riguardanti la Tuscia, in particolare per l’andamento nell’artigianato, dove il tasso di crescita negativo, che nel 1° trimestre 2019 si attestava a -0,59 per cento, peggiora ulteriormente: -1,51 per cento (- 0,84 la media nazionale). Nel settore si segnalano appena 124 iscrizioni e 233 cancellazioni, con un saldo negativo di 109 unità. Se si considera, invece, il complesso delle imprese, risultano 634 aperture e 766 chiusure ovvero -132 imprese (-0,35 il tasso di crescita).
“Si sente già l’effetto dell’emergenza da Covid-19. È vero che l’artigianato è in rosso da tempo, ma il numero delle iscrizioni è tra i più bassi registrati in questi anni. Nel 2019, nello stesso periodo, erano state avviate 187 attività – osserva Luigia Melaragni, segretaria della CNA di Viterbo e Civitavecchia -. L’esplosione dell’emergenza, che ha costretto una parte significativa dell’economia a fermarsi, ha bloccato, nell’ultima parte del trimestre, anche chi si stava preparando ad aprire un’attività e, in questa prospettiva, aveva iniziato ad effettuare investimenti in locali ed attrezzature. Si tratta spesso di giovani, comunque di persone pronte a dare il loro contributo, con competenza e creatività, alla crescita del tessuto produttivo”.
“E’ anche tenendo conto di queste realtà che chiediamo di accelerare il processo di riapertura delle attività, adottando, come abbiamo detto, le misure necessarie a tutelare la sicurezza e la salute di tutti. Nella nuova fase, che obbliga a ripensare il modello di sviluppo, la qualità e la funzione economica e sociale dell’artigianato e delle piccole imprese – conclude la segretaria della CNA – dovranno assumere un peso rilevante nelle scelte politiche per il Paese”.