Per la Tuscia sono le classiche luci e ombre. Movimprese, natalità e mortalità delle imprese registrate presso le Camere di commercio, anno 2019: Viterbo cresce dello 0,45 per cento, ma nell’artigianato c’è il segno meno.
I dati a livello complessivo vedono la provincia di Viterbo collocarsi al 33° posto su 105 a livello nazionale. Non male: nel 2019 sono nate 2.142 nuove imprese e morte 1.973. Il saldo è positivo di 169, che dicono +0,45%. Il Lazio è la regione in testa alla classifica nazionale: +1,57 per cento. A trainarla è Roma con il terzo posto a livello nazionale (30.380 registrazioni, 22.285 cessazioni, saldo di 8.095, + 1,62 per cento). Le altre provincie della regione? Rieti è al 7° posto (+1,79 di crescita), Latina al 19° (+0,78) e Frosinone al 24° (+0,63). La media italiana è di +0,44.
Se però si va a guardare l’artigianato, per arrivare a Viterbo bisogna scorrere fino al gradino numero 39: in questo settore le imprese nate nel 2019 sono state 533, superate però da quelle che hanno chiuso i battenti: 568. Il tutto fa registrare un saldo negativo di 35 unità, pari a -0,48 per cento. Roma è al 20° posto nella graduatoria italiana (-0,01), Latina al 30° (-0,35), Rieti al 45° (-0,62) e Frosinone al 48° (-0,66). In questo caso la media Italia è di -0,58 e quella del Lazio di -0,16.
Ma cosa dicevano i numeri dell’anno precedente, il 2018? Le province del Lazio avevano sempre il segno più, la Capitale cresceva dell’1,81 per cento, mentre a Viterbo il saldo positivo era di 260: 2.070 nuove imprese a fronte di 1.818 cessazioni, con un tasso di crescita dello 0,68 per cento.
Nell’artigianato il gap tra nascite e cessazioni, nella Tuscia, era più elevato: 119. Le imprese registrate erano state infatti 476, mentre le chiusure si erano attestate a quota 595.