La benzina costa meno, ma la tassazione così incide di più. Al 16 settembre infatti il costo medio di un litro alla pompa era di 1,463 euro, a fronte di 1,528 registrato un anno fa, il primo ottobre 2018. Il punto è che, rimanendo stabili le accise, aumenta l’incidenza della tassazione sul costo complessivo, che è pari al 60,22%. Il primo ottobre 2018 era del 58,44%. Il dato attuale pone l’Italia al secondo posto sull’imposizione, dopo l’Inghilterra, tra i 28 Paesi dell’UE.
Alla voce “costi di gestione”, per le imprese di autotrasporto il carburante incide per oltre il 30%: è per questo che CNA Fita chiede di nuovo, con forza, che le imposte sul gasolio siano portate al di sotto del 50% del costo complessivo alla pompa. E’ un problema di competitività del sistema Paese.
Le politiche ambientali sono condivisibili, ma va prima valutato l’impatto sul settore e sul sistema economico. E soprattutto prima occorre pensare a risorse per la sostituzione dei veicoli inquinanti. Intanto, ancora si aspetta la concreta attuazione del fondo per l’autotrasporto, che prevedei 100 milioni.
Infine, le clausole di salvaguardia: per il 2020 vanno trovati 23 miliardi per evitare l’aumento automatico delle accise sul carburante e delle aliquote IVA. Un aumento che va evitato introducendo misure che taglino le spese improduttive, contrastino l’evasione fiscale e l’illegalità diffusa, migliorino l’efficacia e l’efficienza della spesa pubblica.
“CNA Fita è del tutto contraria alla eventuale abolizione delle misure di sostegno a favore dell’autotrasporto. La bozza del decreto sul clima prevederebbe la progressiva cancellazione dei sussidi fiscali considerati dannosi per l’ambiente, tra cui quelli per l’autotrasporto merci. Un provvedimento negativo per l’intero settore. In particolare il rimborso delle accise sul gasolio per autotrazione che consente agli autotrasportatori italiani di contenere il divario rispetto al prezzo pagato in altri Paesi. Qualunque riduzione delle agevolazioni non può avvenire se non dopo l’eliminazione di tutte le componenti accessorie che gravano sulle accise. Un lungo elenco in cui compaiono ancora il finanziamento della guerra d’Etiopia del 1935 e la crisi di Suez del 1956”.