“L’Italia vanta buoni risultati sull’economia circolare e non possiamo permetterci di compiere errori di questo tipo, che causano pesanti ‘stop’ al sistema del riciclo nel suo complesso”. Elena Calabria, vice presidente di CNAcon delega alle politiche della sostenibilità, ambiente e energia, sottolinea che quanto accaduto con l’End of Waste è, purtroppo, “uno dei molti casi di legislazione contraddittoria che, attraverso regole rigide e incoerenti, pensa di tutelare meglio l’ambiente ottenendo proprio il risultato opposto, quello di bloccare un sistema virtuoso di imprese, anche piccole, che si sono impegnate per dare il proprio contributo all’economia circolare”.
CNA è da sempre in prima linea sui temi della sostenibilità e della transizione verso l’economia circolare ed è tra promotori dell’appello che il sistema delle imprese ha rivolto a Governo e Parlamento per sbloccare il riciclo dei rifiuti che sta paralizzando l’economia circolare con un onere di 2 miliardi l’anno che grava sulle imprese. Un appello per porre fine all’emergenza provocata da una sentenza del Consiglio di Stato. La misura introdotta nel decreto Sblocca cantieri in materia di cessazione della qualifica di rifiuto (End of Waste) non ha risolto la situazione, limitandosi a salvaguardare tipologie e attività di riciclo previste e regolate dal DM 5 febbraio 1988, escludendo quelle che si sono sviluppate nel frattempo. Questo quadro normativo impedisce molte attività di riciclo di rifiuti di origine urbana e industriale e la realizzazione di nuovi impianti e attività.
Per CNA e il resto del sistema delle imprese la soluzione è quella indicata dall’Europa con il pacchetto di direttive in materia di economia circolare pubblicato a giugno del 2018. Le imprese e le associazioni hanno sollecitato il recepimento di tali direttive per garantire una gestione sicura ed efficiente dei rifiuti e affrontare le sfide ambientali ed economiche a livello globale.
Per il sistema delle piccole imprese il blocco della filiera del riciclo ha pesanti ripercussioni. “Se il sistema impiantistico non è adeguato – spiega Elena Calabria – diventa più complicato gestire correttamente i propri rifiuti e i costi lievitano. Mi preme sottolineare che la quota di recupero dei rifiuti prodotti dalle micro e piccole imprese mostra risultati del tutto in linea con gli obiettivi di economia circolare, con un trend in crescita che rischia, in queste condizioni, di essere invertito”.
“Crediamo fortemente all’appello che il mondo imprenditoriale nel suo complesso lancia oggi alla politica – conclude la vice presidente di CNA – quanto accaduto in questo anno e mezzo ci ha insegnato che non è più possibile pensare di risolvere il problema con soluzioni intermedie che contribuiscono ad aumentare la confusione tra imprese e regioni. L’Europa ci ha già indicato la strada da percorrere, è quella la via che noi sosteniamo con convinzione”.