Non c’è altra strada. E’ stato depositato ieri sera da 64 imprese dei settori impiantistica, legno e arredamento associate alla CNA il ricorso alla Commissione Europea e all’Antitrust contro l’articolo 10 del Decreto Crescita, che prevede la possibilità, per il cliente, di chiedere in fattura lo sconto dell’importo della detrazione fiscale sui lavori di efficientamento energetico e di prevenzione del rischio sismico direttamente al fornitore di beni o servizi.
Durante la discussione in Parlamento, CNA si era battuta per l’abrogazione dell’articolo. Nella formulazione originaria, come si ricorderà, la cessione del credito relativo alle detrazioni era a carico dell’impresa di installazione. Il provvedimento varato ha modificato l’impostazione, accogliendo un emendamento del governo successivo al parere autonomamente espresso, il 17 giugno, dall’Antitrust, preoccupata per il rischio di “un’indebita distorsione del mercato a vantaggio di pochi operatori”.
Neppure la nuova versione piace alla CNA, che con le imprese ha avviato un procedimento amministrativo, affinché venga accertata l’illegittimità dell’articolo 10 “per violazione del diritto comunitario e/o nazionale della concorrenza”.
“Ci siamo attivati per ricorrere sia alla Commissione Europea che all’Antitrust, al fine di ottenere la cancellazione dell’articolo 10, che consideriamo un tentativo di favorire la concentrazione del mercato della riqualificazione energetica nelle mani di pochi operatori, con conseguente alterazione della concorrenza. Si tratta di un indebito aiuto di Stato per le grandi imprese a danno delle piccole e medie”, è la posizione di CNA Installazione e Impianti.
Mercoledì 10 luglio, la sede della CNA di Viterbo sarà collegata con la Confederazione nazionale in videoconferenza, per fare il punto sulle azioni in corso insieme con i legali che la assistono nel contenzioso.
I lavori di efficientamento energetico registrano volumi rilevanti. Nel 2017, secondo il Rapporto ENEA, sono stati realizzati 422.000 interventi di riqualificazione energetica del patrimonio edilizio esistente, che hanno usufruito dell’ecobonus per circa 3.700 milioni di euro di investimenti attivati. L’anno scorso il volume è stato di 334.000 e ha mobilitato 3.300 milioni di euro. “Non abbiamo alcuna intenzione di regalare questo mercato alle multiutilities o a ex monopolisti. Lo sconto in fattura -sottolinea CNA – è un vero e proprio scandalo”.