Da 183 a 875. In otto anni Viterbo segna +26,4% nel numero di imprese di ristorazione con somministrazione. E’ quanto emerge dall’analisi Unioncamere-InfoCamere sui dati del Registro delle imprese italiane, che riguarda il periodo tra il 31 marzo 2011 e il 31 marzo 2019 e le imprese con attività nel settore.
In tutta la penisola è boom di ristoranti: sono 30 mila le imprese in più negli ultimi otto anni (+27,4%). Solo nel 2017 il giro d’affari delle società del settore ha toccato quota 11,6 miliardi di euro. A guidare la classifica di quelle che hanno registrato il maggior incremento c’è Siracusa (+72%), ed è la Sicilia la prima tra le regioni con più +50%. Il Lazio si colloca al terzo posto (+37,3), subito dopo la Campania (+39,8).
Viterbo a livello nazionale si colloca al 37° posto, terza nel Lazio dopo Roma (+41,2) e Latina (+30,1), ma davanti a Frosinone (+24,2) e Rieti (+18,9). Solo a Roma, dal 2011 ogni giorno si sono registrate 1,3 aziende in più.
Più tempo trascorso dagli italiani fuori casa e grande successo per i programmi sulla cucina in TV. Potrebbero esserci anche questi fra i motivi del “boom” della ristorazione che, da otto anni a questa parte, sta interessando il nostro Paese. Nel periodo analizzato il numero delle aziende di ristorazione iscritte alle Camere di Commercio è cresciuto di quasi il 30% corrispondente ad una media annua del 3,4% con punte del 6,3% in Sicilia e del 5% in Campania.
Alla fine di marzo di quest’anno, rileva l’istituzione guidata da Carlo Sangalli, le imprese del settore hanno raggiunto le 142.958 unità, ben 30.724 in più rispetto alla stessa data del 2011. I protagonisti di questo universo vanno dal piccolo ristorante a conduzione familiare alla grande impresa di respiro globale, passando per le ormai diffusissime reti di franchising della cucina. A riprova della grande articolazione del comparto, i dati certificano una suddivisione sostanzialmente paritaria delle aziende tra società di capitale (il 32,6% del totale del totale), società di persone (il 31,7%) e imprese individuali (il 34,4%). Un’impresa su quattro è guidata da donne, da ‘under 35’ e da stranieri (rispettivamente 11,9 e l’11,5% del totale).