“Valutiamo molto negativamente l’emendamento all’articolo 10 del Decreto crescita, in discussione alla Camera. Se approvato, questo emendamento, presentato dai relatori, non risolverebbe i problemi già sollevati dalla CNA sulla cessione dei crediti relativi alle detrazioni fiscali per i lavori di riqualificazione energetica e antisismica. Non è stata intaccata, infatti, la complessità delle procedure adottate per il riconoscimento dei benefici fiscali in una sola soluzione. E rimangono inalterati i rischi per le piccole imprese di restare schiacciate dai grandi fornitori, che si qualificherebbero come ultimi acquirenti dei crediti d’imposta e potrebbero fissare i prezzi per la loro ri-cessione e per l’esecuzione dei lavori”. Lo afferma, in una nota appena diffusa, la CNA.
Come si ricorderà, l’Associazione, subito dopo aver preso visione del testo del Decreto, aveva denunciato che la possibilità di scontare direttamente in fattura l’importo della detrazione fiscale sui lavori di efficientamento energetico e di prevenzione del rischio sismico, prevista dall’articolo 10, avrebbe penalizzato “gli artigiani e le piccole imprese, che non dispongono delle risorse finanziarie né della capienza fiscale necessarie a dilazionare nel tempo il recupero di una parte rilevante del pagamento” e avrebbe creato nuove situazioni di monopolio.
Lo scorso 10 maggio, di concerto con le altre CNA territoriali e le Unioni di mestiere a livello nazionale, il vicepresidente della CNA di Viterbo e Civitavecchia, Alessio Gismondi, aveva anche inviato una lettera ai parlamentari del territorio, invitandoli a sostenere la richiesta di abrogazione dell’articolo 10.