“Siamo molto delusi. Dal decreto sblocca-cantieri ci aspettavamo maggiore attenzione alle piccole imprese costrette ad accedere poco e con grande difficoltà al mercato degli appalti pubblici. Nulla di tutto questo. Al Codice degli appalti sono state addirittura introdotte modifiche peggiorative rispetto a quelle inserite nell’ultima Legge di Bilancio.
L’affidamento diretto viene ridotto da 150mila a 40mila euro. E la quota di subappalto incrementata dal 30 al 50%. Non è stato previsto niente per la suddivisione in lotti dei maxi-appalti e per valorizzare le imprese del territorio. Servono al più presto correttivi, strumenti e soluzioni che evitino alle piccole imprese l’estromissione definitiva dal mercato degli appalti pubblici.
La scelta di istituire la figura del commissario procede, invece, sulla strada giusta per rendere più fluido ed efficace il processo di rimozione degli ostacoli che finora hanno impedito l’avvio dei cantieri”. Lo si legge in una nota della CNA, che aveva avanzato richieste specifiche nel merito. Nel corso di un’audizione al Senato era stato infatti presentato un documento dettagliato.
Secondo l’Associazione, in primo luogo occorre focalizzare l’attenzione sulla suddivisione in lotti. Troppi affidamenti continuano ad avvenire attraverso maxi gare con lotti di importo talmente elevato che di fatto escludono le micro e piccole imprese ab origine. Altro elemento prioritario è la necessità di individuare strumenti atti a favorire la partecipazione delle piccole imprese locali al mercato degli appalti pubblici. CNA ritiene inoltre che debba essere eliminata l’obbligatorietà dell’inserimento dei CAM.