I dolci artigianali contribuiranno a “fare l’atmosfera” del Natale. Si consolida la tendenza degli ultimi anni a privilegiare, per la tavola delle feste, i prodotti dei forni e delle pasticcerie locali. “Perché i dolci della memoria trasmettono un senso di famiglia, di identità. Nella preparazione l’artigiano mette testa e cuore: il consumatore lo sa e per un momento speciale come il Natale è sempre più orientato ad affidarsi a chi, con competenza e passione, restituisce i buoni sapori della tradizione”, osserva Claudio Cavalloro, presidente di CNA Alimentare di Viterbo e Civitavecchia, ricordando che sotto ogni campanile c’è almeno una ricetta tipica: il pangiallo, la nociata, i ceciaroli, il capitone o tortiglione, i mostaccioli, il panpepato, il torrone al miele e alle nocciole dei Cimini fino ai maccheroni con le noci.
Ma gli artigiani non vanno solo sul “classico”. Provano e mettono a punto nuove ricette. I segreti restano quelli della tradizione: processi di lavorazione slow, una selezione delle materie prime che esalta il territorio, rispetto dell’ambiente e della salute del consumatore, amore per il mestiere. Dice Ermanno Fiorentini, presidente dell’Associazione Panificatori e Pasticceri di Viterbo: “Il punto di forza dell’artigianato è la qualità. Si pensi al panettone, considerato il prodotto principe del Natale. Sono i laboratori artigianali a garantirne la tutela, grazie all’impiego del lievito madre naturale e a un rito di preparazione che si prende il tempo necessario. Ma lavorare sulla qualità significa anche creare nuovi sapori. Ed ecco che forni e pasticcerie hanno studiato e sfornato, per questo Natale, prodotti assolutamente da scoprire”.
Proprio così. Sono già una festa per gli occhi, le vetrine e gli scaffali dei punti vendita degli artigiani: presepi artistici di cioccolata e marzapane, biscotti a forma di stella o di Santa Claus, cioccolatini per tutti i gusti dentro scintillanti confezioni e mille altre dolcezze. Come il “pansucchio”, per il quale si stanno ricevendo ordini anche dal Piemonte e dall’Emilia Romagna, o i panettoni che sperimentano abbinamenti particolari: zenzero con limone e cioccolato o arancia candita e lavanda (della Tuscia, ovvio), per dirne un paio. E, a proposito di panettone, c’è pure chi lo propone in versione salata, quest’anno con salame cotto e cipolle di Nepi.
E’ un’esplosione di profumi. E di sapori, che a Viterbo e provincia potranno essere degustati sabato prossimo, 22 dicembre, nei forni e nelle pasticcerie aderenti all’iniziativa dell’Associazione Panificatori e Pasticceri e di CNA Alimentare volta a promuovere i prodotti made in Tuscia. Per chi è alla ricerca di prelibatezze, ecco chi ha finora comunicato la partecipazione e offrirà dolci assaggi. Acquapendente: Pulvano Dino, Saleppico Fabio, Zamperini Francesco & C.. Bagnoregio: L’arte del Pane di Claudio e Sabrina. Bomarzo: Panificio Crescenzi Tarquinio. Canepina: Panificio Fiorentini. Canino: Antico Forno di Vecchiotti e Fanciulli, Battaglioni Domenico, Il Fornaio di Onori Augusto & C.. Capranica: Panificio Bocci Tiziana. Carbognano: Panificio Felicioni Alberto. Castiglione in Teverina: Pasticceria Cioccolateria Santori, Panificio Fratelli Ranucci. Corchiano: Isanti Panetteria Pasticceria Cioccolateria, La Forneria di Forti Renato. Graffignano: Panificio Fratelli Oddo. Montalto di Castro: La Spiga di Grano di Graziani Massimo e C.. Montefiascone: Panificio Mari dal 1925, Panificio Le Mosse. Monterosi: Panificio Forghieri. Nepi: Nepipan di Naticchioni Cristiano. Vasanello: I Fornai di Piero Paolo & C.. Vetralla: Forno Sini Sara. Viterbo: Artigianpan 86, Fornaio Parea, Il Vecchio Forno del Bottalone, Panificio Anselmi, Pasticceria Primavera, Pasticceria Alba, Pasticceria Le Delizie dei Borbone.