“Nessuno finora è riuscito a spiegare compiutamente perché la carbonara è la ricetta di pasta italiana più cucinata al mondo. Oggi, con la celebrazione del #CarbonaraDay, se ne parla di nuovo tantissimo sui social e sui media fra i ‘pasta lovers’ (l’anno scorso furono coinvolti 83 milioni di soggetti al mondo). Celebriamo anche noi questo successo planetario tutto italiano – afferma in una nota la CNA – , ma cercando di introdurre un elemento in più accanto ai cinque ingredienti fondamentali della ‘carbonara perfetta’, cioè quella dalla quale discendono tutte le altre: guanciale di maiale, pecorino, uova, sale e pepe nero”.
“L’elemento che è doveroso aggiungere, e che non dovrebbe mai mancare, deve essere la qualità assoluta delle materie prime, curate sempre in maniera “artigianale”, cioè con grande amore e grande passione. In fondo, è la stessa ‘materia prima’ che ha consentito, e consente, a tutti i campioni del Made in Italy di affermarsi e di vincere ogni giorno. La cucina, e in generale tutto il settore alimentare, rappresenta la punta di diamante di questa conquista quotidiana. Nel settore della pasta secca, l’Italia conta 1.670 imprese. Di queste, 240 sono artigiane. Insieme con i nostri bravissimi cuochi e ristoratori, compongono un mix di produzione, lavoro e creatività imbattibile”, evidenzia la CNA.
Ogni quattro piatti di pasta serviti sulla Terra, uno è tricolore. In Europa, sette su dieci. Nel 1955 era destinato all’estero il 5 per cento della produzione. Oggi il 57 per cento. Sono due miliardi di euro di fatturato, decine e decine di migliaia di posti di lavoro e un traino formidabile per tanti prodotti tipici come pomodoro, olio e formaggio.
“I puristi della ‘carbonara perfetta’ storcono il naso di fronte al fatto che in Inghilterra la fanno con le zucchine, in Cina con il pollo e in Spagna con il pesce. Noi pensiamo invece che bisogna prima comprenderli e dopo applaudirli. E’ talmente forte l’amore per questo piatto che quasi ovunque cercano di smontarlo e di rifarlo cambiando gli ingredienti per avvicinarlo il più possibile alla loro cultura gastronomica e al loro gusto in cucina. Ci piace immaginare che un giorno la carbonara verrà cucinata in 188 modi diversi, uno per ogni Paese dove viene esportata la pasta italiana. Una nuova vittoria dell’”Italian way of life” anche nel piatto”, conclude la CNA.