“Un passo in direzione del rilancio dell’economia dei nostri territori”. Così la CNA sul sì definitivo del Senato al disegno di legge che sostiene i piccoli comuni italiani con popolazione fino a 5mila abitanti, “al fine – come è scritto all’articolo 1 – di contrastarne lo spopolamento e di incentivare l’afflusso turistico”.
“Il provvedimento approvato, che istituisce un Fondo per lo sviluppo strutturale, economico e sociale con una dotazione di 100 milioni di euro per 7 anni (10 milioni per il 2017), punta sulla valorizzazione dell’immenso patrimonio storico, culturale e paesaggistico del nostro Paese, che può diventare volano di un turismo destagionalizzato, diffuso e di qualità, il contrario del controproducente turismo mordi-e-fuggi. E pone l’obiettivo del superamento del divario tra città metropolitane e periferie come tra centri urbani e zone rurali”, sostiene la Confederazione, che proprio questa settimana ha presentato a Roma il neonato raggruppamento di interesse CNA Turismo e Commercio, già al lavoro per preparare la Carta delle imprese artigiane del turismo, e ha annunciato la propria partecipazione al tavolo tecnico permanente sul turismo istituito presso il Mibact.
“Nell’Alto Lazio, terra ricca di borghi suggestivi e di centri rurali che vantano produzioni di eccellenza e un paesaggio unico, questo disegno di legge può davvero diventare l’architrave di un progetto che punti a inserire nel circuito turistico imprese di diversi settori”, osserva Luigia Melaragni, segretaria della CNA di Viterbo e Civitavecchia.
“Ben due terzi dei comuni della Tuscia – sottolinea – sono sotto i 5mila abitanti. Va colta l’opportunità di aprire nuovi cantieri per rendere i nostri borghi mete desiderabili di un turismo evoluto e di generare lavoro anche per tante piccole imprese impegnate nella manutenzione del territorio, nel recupero, nella realizzazione di reti infrastrutturali materiali e immateriali, a cominciare dalla banda larga”.
Il Piano nazionale per salvare i piccoli comuni previsto nel testo approvato, indica le priorità: manutenzione del territorio, anche attraverso interventi per la riduzione del rischio idrogeologico; messa in sicurezza di infrastrutture stradali e di edifici pubblici, con attenzione particolare alle scuole; realizzazione di impianti di produzione e distribuzione di energia da fonti rinnovabili; acquisizione e riqualificazione di terreni e di immobili in stato di abbandono o di degrado, anche al fine di sostenere l’imprenditoria giovanile per l’avvio di nuove attività turistiche e commerciali volte a promuovere il territorio e i suoi prodotti; acquisizione, inoltre, delle case cantoniere e delle ferrovie disabilitate per l’attivazione di itinerari turistici.
E “recupero” è tra le parole chiave: recupero di immobili e aree dismesse; dei centri storici; dei beni culturali, storici, artistici e librari; dei pascoli montani, anche per favorire la produzione di carni e formaggi di qualità.