Il settore del benessere ha registrato in Italia, negli ultimi cinque anni, un incremento del 4 per cento. E’ dunque tra quelli che hanno reagito meglio alla crisi, secondo l’elaborazione di Unioncamere – Infocamere, che ha confrontato i dati del Registro Imprese al 30 giugno di quest’anno con lo stesso periodo del 2012. E nella Tuscia il tasso di crescita si attesta nientemeno che all’8 per cento: 812 imprese registrate (tra acconciatura, estetica, nail art, pedicure, palestre), 60 in più. Tanto che la provincia di Viterbo è al 31° posto (su 105) nella graduatoria del benessere per crescita in valore assoluto.
Business della bellezza, dunque, a gonfie vele? Per Angela Mochi, estetista, presidente di CNA Benessere e Sanità di Viterbo e Civitavecchia e componente della presidenza nazionale dell’Unione, oltre che portavoce per il Lazio, “non ci si può fermare ai numeri. E’ necessaria, come ha detto anche il presidente nazionale, Antonio Stocchi, una analisi approfondita. La realtà è che all’incremento dell’offerta ha corrisposto un calo dei clienti piuttosto significativo: per esempio, secondo una nostra indagine, nel caso dei centri di acconciatura si è passati da una media di 9 a circa 5 passaggi l’anno. Insomma, più imprese ma, nello stesso tempo, riduzione del fatturato per ciascuna. Spesso la chiusura di un salone induce i dipendenti ad aprire una propria azienda”.
Mochi punta l’attenzione sul fatto che per una nuova attività, almeno un’altra abusiva si propone a discapito di chi è in regola. “Purtroppo il fenomeno dell’abusivismo è stato accentuato dalla crisi e continua ad espandersi. La CNA chiede controlli più efficaci e maggiore determinazione nel combattere questa piaga. Bisogna contemporaneamente incoraggiare chi opera nel rispetto delle regole, utilizzando – conclude – incentivi fiscali”.
Con riferimento alla variazione percentuale nell’arco dei cinque anni, il Lazio è la regione con la migliore performance (+ 9,7 per cento). L’aumento più significativo (+ 125,3 per cento) si registra per le attività di manicure e pedicure, che hanno raggiunto le 329 unità. Naturalmente i saloni di acconciatura restano lo “zoccolo duro” del settore, con 8.546 imprese. Seguono i centri di estetica a quota 3.884.
Nella foto: Angela Mochi.