Un semestre da incorniciare per l’occupazione nelle piccole imprese, cresciuta del 3% rispetto al primo semestre del 2016.
Lo rileva l’Osservatorio mercato del lavoro CNA, curato dal centro studi della Confederazione, che analizza mensilmente l’andamento dell’occupazione su un campione di 20.500 imprese artigiane, micro e piccole associate che contano circa 137mila dipendenti.
Il periodo gennaio-giugno 2017 si è accaparrato una parte consistente della crescita occupazionale scattata a dicembre 2014, vale a dire dall’introduzione, tramite Legge di stabilità, di importanti sgravi contributivi sulle assunzioni a tempo indeterminato. A fronte di un incremento complessivo dell’occupazione nelle piccole imprese pari complessivamente al 10,4% nell’arco di trenta mesi il primo semestre di quest’anno archivia un consistente +4,5%.
La crescita tendenziale dell’occupazione nelle piccole imprese a giugno ha replicato il record di maggio (+3,8% su base annua) marcando un altrettanto significativo +0,8% sul mese precedente. Un risultato che contribuisce all’importante +3% registrato dal primo semestre 2017 sullo stesso periodo del 2016. Ed è perfettamente in linea con la crescita media mensile del periodo gennaio-giugno 2017 (+0,8%), prestazione ben più rimarchevole del +0,6% medio segnato nei primi semestri del 2016 e del 2015. Una tendenza frutto, molto probabilmente, delle migliorate condizioni economiche italiane che hanno spinto artigiani, micro e piccole imprese a nuove assunzioni in grado a loro volta di attivare un effetto positivo sui redditi, i consumi, l’occupazione ulteriore.
A giugno le piccole imprese hanno visto crescere tanto le assunzioni quanto le cessazioni dei rapporti di lavoro. Le assunzioni hanno registrato un +30,1%, le cessazioni un +39,3%. Il saldo sul numero complessivo degli occupati è rimasto positivo grazie alla diversa incidenza che i flussi di entrata e di uscita hanno sulla base occupazionale totale: mentre le assunzioni hanno interessato il 3,2% del totale degli occupati, le cessazioni hanno riguardato il 2,5%.
L’incremento delle assunzioni nel mese di giugno è sostenuto dalla crescita dei contratti a tempo determinato (+26% in un anno). Un fenomeno che può essere ricondotto, almeno parzialmente, a ragioni stagionali e alla sostituzione di personale in ferie. E’ continuata la crescita anche delle assunzioni con contratto di lavoro intermittente (+291,9%, anche per colmare il vuoto lasciato dall’abolizione dei voucher) e dell’apprendistato (+13,2%) mentre hanno registrato un calo dell’11,5% le assunzioni con contratto di lavoro a tempo indeterminato.
In due anni gli occupati a tempo indeterminato nelle piccole imprese sono calati dall’82,6 al 70% della base occupazionale. L’incremento degli occupati ha però lasciato praticamente intatto il numero assoluto modificando solo la quota relativa. Gli assunti con contratto a tempo determinato sono saliti al 19% (+9,8%), gli apprendisti all’8,4% (+2,2%) e il lavoro intermittente al 2,6% (+0,6%). Una ricomposizione frutto delle esigenze di maggiore flessibilità determinate nelle imprese da una ripresa senz’altro percepibile ma ancora gracile che non garantisce sulla sua tenuta e, di conseguenza, su “investimenti” occupazionali di più lungo periodo.