Il decreto del ‘fare’ rappresenta un primo passo in avanti per ridare slancio all’economia del Paese. Ma ora servono altre misure capaci di fungere da trampolino per le imprese, soprattutto quelle dell’artigianato e del terziario di mercato, ormai stremate dal perdurare della crisi. Così Rete Imprese Italia giudica il provvedimento del Governo.
Nel merito delle misure previste dal decreto, Rete Imprese Italia valuta positivamente le agevolazioni in materia di riscossione, che danno respiro ai contribuenti in difficoltà nella loro relazione con Equitalia. Ma, sul fronte fiscale, occorre maggiore coraggio per abrogare la disposizione sulla responsabilità solidale negli appalti che ha avuto come unico effetto quello di aumentare i già biblici tempi di pagamento fra imprese.
In materia di accesso al credito e di sostegno agli investimenti, Rete Imprese Italia ritiene che vadano migliorate le disposizioni riguardanti il Fondo Centrale di garanzia per le PMI, che, insieme alla riedizione della legge Sabatini per il finanziamento di macchinari ed impianti, potrebbero dare ossigeno alle imprese.
Giudizio positivo sulla rimodulazione della tassa sulle imbarcazioni, che rappresenta certamente una nota positiva per il turismo italiano, così come per le semplificazioni introdotte per i pubblici esercizi che gestiscono internet point. Desta, invece, preoccupazione l’estensione della Robin tax, che va a colpire un settore, quello della commercializzazione dei carburanti, che già vive una situazione di grave difficoltà. Critico il giudizio sugli interventi per contenere i costi energetici delle PMI, sia per l’eliminazione della vulnerabilità dei clienti non domestici nel mercato del gas, sia per il modestissimo effetto della riduzione del prezzo dell’energia e l’assenza di riequilibrio del carico fiscale sulle bollette delle piccole imprese e delle grandi aziende.
Sul fronte delle semplificazioni e della trasparenza dei rapporti tra amministrazioni, imprese e cittadini, appare apprezzabile l’introduzione del principio del risarcimento per chi subisce i ritardi della PA, come anche l’introduzione della data unica di efficacia per i nuovi oneri a carico di imprese e cittadini, sebbene l’esperienza imponga una certa cautela circa la reale operatività di tali principi. Passi in avanti anche per le semplificazioni in materia ambientale e della sicurezza sul lavoro, con le norme riguardanti il trattamento delle rocce e terre da scavo, che abrogano la complessa procedura a carico dei piccoli cantieri, e la possibilità di semplificare, con un emanando decreto, la valutazione dei rischi per le attività a basso rischio infortunistico.
Per quanto riguarda, infine, le Zone a burocrazia Zero e le sperimentazioni amministrative, per Rete Imprese Italia si tratta di misure in sé valide, ma che rischiano di sovrapporsi a norme analoghe già contenute in precedenti provvedimenti, creando grande confusione ed incertezza giuridica. Sarebbe, invece, auspicabile, al riguardo, portare a compimento i processi già avviati, a cominciare con il riconoscere esplicitamente alle Agenzie per le Imprese il ruolo che il legislatore del 2008 gli ha assegnato quale soggetto privato accreditato a svolgere una funzione pubblica. Si metterebbe in azione un reale processo di sussidiarietà pubblico-privato, in grado di produrre risparmi per le amministrazioni e rendere più familiare il rapporto delle imprese con la burocrazia.