La riforma della Direttiva Bolkestein sui servizi nel mercato interno, proposta dalla Commissione Ue, lede l’autonomia legislativa nazionale e locale degli Stati membri e allunga e complica i procedimenti normativi e amministrativi dei singoli Paesi: in questo modo viola i principi di proporzionalità, sussidiarietà e necessità. Questo il giudizio espresso oggi da Rete Imprese Italia nel corso dell’Audizione alla 10° Commissione Industria del Senato, sulla proposta di Direttiva sulla notifica dei regimi di autorizzazione e dei requisiti relativi ai servizi.
Rete Imprese Italia ha chiesto al Parlamento di intervenire presso il Governo italiano affinchè faccia fronte comune con gli altri Paesi Ue per modificare la proposta di Direttiva Ue.
La nuova procedura di notifica preventiva alla Ue degli atti regolamentari dei singoli Stati, prevista dalla Direttiva – sottolineano i rappresentanti di Rete Imprese Italia – è una forma di controllo ex ante che introduce nuovi obblighi informativi a carico dei Paesi membri, rallenta i loro processi decisionali che risulterebbero sospesi fino al termine dell’attività di valutazione da parte della Commissione europea, senza distinguere i casi di necessità ed urgenza che possono motivare la tempestiva adozione di un provvedimento da parte di uno Stato membro. Tutto ciò rischia di limitare la libertà d’impresa e gli investimenti e di condizionare le stesse competenze degli Stati. Anziché semplificare, si finisce per complicare ulteriormente gli iter di adozione delle leggi e si incide in modo non proporzionale rispetto all’adeguatezza della normativa proposta.