Imprimere alle politiche europee per lo sviluppo una “sterzata operativa” e trasformarle, con un Piano di azione meglio coordinato, in un volano di crescita e di solidarietà verso i Paesi terzi.
Una svolta, nell’approssimarsi del 60esimo anniversario dei Trattati istitutivi dell’Ue a Roma il 25 marzo 1957, alla quale vogliono poter contribuire le piccole imprese italiane ed europee mettendo a disposizione delle istituzioni ai diversi livelli competenze ed esperienze di successo, maturate in grandi aree metropolitane ma anche in aree socio-economicamente marginali.
E’ questo il tema di “Public Private Cooperation in Economic Development and Job Creation: the Role of Local Autorithies. State of the Art and Policy Proposals”, che inizia a Roma (Auditorium della CNA) giovedì 23 e termina venerdì 24 febbraio con una tavola rotonda alla Camera dei deputati cui parteciperà, tra gli altri, il vice presidente nazionale della CNA, Giuseppe Oliviero.
“E’ fondamentale ribadire che le tematiche connesse all’ immigrazione, all’imprenditorialità, al co-sviluppo vanno affrontate con lucidità e lungimiranza – si legge in una nota della CNA – ed è, quindi, prima di tutto necessario disporre di dati e di indicatori omogenei e armonizzati in tutta Europa, mentre oggi si procede in ordine sparso e incoerente. Per spendere meglio le risorse finanziarie dell’Unione europea destinate alla cooperazione allo sviluppo e alla formazione, quelle per il partenariato euro-mediterraneo e la cooperazione decentrata, occorre adottare un nuovo approccio capace di coinvolgere attivamente i partner sociali e la società civile a tutti i livelli”.
“Le piccole imprese, in particolare, hanno bisogno – continua la nota – di strategie di partenariato produttivo e di piattaforme di collaborazione tecnica per favorire il consolidamento di forme di partenariato stabile con i colleghi dei Paesi terzi (Africa, Maghreb, Balcani occidentali), in particolare nei settori in cui questi sono più vocati e specializzati. Uno strumento d’integrazione – conclude la nota della CNA – e di collaborazione che permetterà a tutti di crescere di conoscersi meglio: ce n’è bisogno, se si vuole governare i mutamenti epocali in corso”.