Ha messo in agitazione i centri di revisione privati, il parere espresso dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, che ritiene non necessaria la previsione di una tariffa minima per le operazioni di revisione dei veicoli. E CNA Servizi alla Comunità ha già chiesto un intervento del Ministero dei Trasporti e della Motorizzazione a garanzia della sicurezza stradale. Perché è vero che la posizione del Garante non è vincolante, ma la totale liberalizzazione delle tariffe rischia di scatenare, specialmente in alcune aree del Paese, una concorrenza al ribasso che, in assenza di controlli, comprometterebbe la sicurezza dei veicoli ed avrebbe effetti devastanti sul settore.
Spiega Pietro Ignazio Previte, imprenditore della CNA di Viterbo e Civitavecchia, portavoce dei meccatronici e degli operatori dei centri di revisione: “Non si può ignorare che i nostri centri svolgono una funzione pubblica. La revisione dei veicoli è un’operazione regolamentata in tutte le procedure utilizzate, sia tecniche che amministrative. Le attrezzature devono rispondere a criteri ben precisi ed essere sottoposte a controlli/tarature obbligatori periodici. E i requisiti per ottenere l’autorizzazione, anche in termini economici, sono predeterminati, così come i tempi necessari per ogni singola operazione sono individuati a monte. Ricordiamo che la tariffa minima fu introdotta per consentire agli operatori di ottenere un profitto equo e per tutelare l’utenza da azioni promozionali dannose”.
“E’ evidente, infatti, che tariffe pari o al di sotto dei costi reali delle operazioni – è il ragionamento di Previte – avrebbero un impatto negativo sulla qualità dei controlli. Nello stesso tempo, va scongiurato il pericolo che in zone con una ridotta presenza di centri di revisione si creino cartelli che farebbero lievitare la tariffa molto al di sopra dei costi reali”.
“La tariffa minima è dunque giustificata da interessi generali, al contrario di ciò che sostiene il Garante, il cui parere denota una scarsa conoscenza della realtà del settore. Consentire, oggi, una totale liberalizzazione, significa assestare un colpo alla sostenibilità economica delle nostre imprese, che hanno affrontato, negli ultimi anni, investimenti notevoli per adeguare le attrezzature alle nuove procedure e assicurare competenza e professionalità in un servizio di fondamentale importanza per la sicurezza stradale. Sicurezza che non può non stare a cuore a tutti”, conclude il portavoce della CNA.